Segreteria Provinciale Terni
Da troppi anni, il 1° Maggio, più che alla "Festa" del Lavoro fa pensare alla "Festa" (fra
virgolette) che è stata fatta al mondo del lavoro.
Basta guardarsi intorno per averne la prova.
-La impossibilità , per milioni di giovani, di trovare un lavoro vero e onesto;
-La mancanza di certezze contrattuali per troppi lavoratori;
-Le inaccettabili condizioni cui versano i pensionati, dopo una vita di lavoro e
sacrifici;
-La ormai cronica inefficienza della Sanità Pubblica;
Il Sistema tributario che colpisce pesantemente i lavoratori a reddito fisso ed i
pensionati;
Il pianeta donna in perenne rincorsa dei più elementari diritti;
Una insistente Politica Sociale per la casa;
-La cronica precarietà di troppi rapporti di lavoro, ormai elevata a sistema;
-La presenza - nel 2015- dei cosiddetti "caporali"(che sarebbe meglio chiamare
"schiavisti") che gestiscono impunemente parti importanti del cosiddetto mercato del
lavoro;
-La mancata riqualificazione obbligatoria (a cura dello Stato) per quanti perdono il
posto di lavoro, in seguito alle "ristrutturazioni selvagge";
-Le difficoltà in cui versano tante piccole e medie aziende per l'egoistica politica
creditizia del Sistema Bancario;
-La inaccettabile politica di troppi grandi gruppi industriali che smobilitano
impunemente in Italia (con tutte le conseguenze sull'occupazione che conosciamo)
dopo aver incassato per decenni laute sovvenzioni pubbliche, per andare a fare affari
all'estero.
-La corruzione che ha ormai raggiunto livelli un tempo inimmaginabili.
E poi continuare all'infinito.
E non posso non ricordare che - in tempi lontani - ogni rinnovo contrattuale portava ad un
miglioramento delle condizioni economiche dei lavoratori.
Poi, con il passare degli anni, le cose sono peggiorate.
Le aziende - specialmente le grandi aziende - hanno di fatto costretto i lavoratori ad accettare
contratti che contenevano aspetti più negativi che positivi ed una vera e propria spoliazione
di diritti acquisiti, agitando lo spauracchio della riduzione del personale a causa di vere o
presunte immancabili crisi...
Le lotte contrattuali non hanno quindi più avuto lo scopo di migliorare i salari, ma solo
quello di "difendere" le posizioni precedenti ed i posti di lavoro;
E tutto ciò con una permanente inflazione reale che niente aveva ed ha che a vedere con
quella programmata, utilizzata dalle controparti per le proposte contrattuali.
E non dimentichiamo i pensionati perennemente in lotta per sopravvivere, hanno dovuto
subire la costante erosione del potere d'acquisto degli assegni percepiti.
Ecco perché ho detto dall'inizio che - allo stato attuale - c'è ben poco da festeggiare.
Ma non per questo dobbiamo rinunciare a lottare.
È invece il momento di voltare pagina e di lavorare per costruire uno Stato dove la gente che
lavora, che ha lavorato una vita, o che vorrebbe poter lavorare onestamente, possa vivere in
un clima di giustizia sociale.
Per fare ciò, è anche necessaria la nostra unità, pur nella disparità delle idee e delle visioni
di lotta, per battere anche quanti continuano a costruire assurdi ed anacronistici steccati nel
mondo del lavoro.
L'unità di intenti è indispensabile anche per trasformare quanti lavorano, da semplici numeri
di matricola a protagonisti dello sviluppo aziendale.
Coinvolgere i lavoratori nelle gestioni e renderli partecipi di ogni momento della vita
aziendale è un traguardo da raggiungere o per il quale vale la pena di lottare.
Questo è e deve essere il nostro impegno per una Italia diversa, quindi migliore.
Ecco perché il prossimo Primo Maggio è anche per noi della UGL, è l’ occasione
per riaffermare che il "nemico" non è in casa, ma fuori, partecipando - come
sempre in gran numero - alla manifestazione programmata dalla UGL a Bagnoli (Napoli)
con i nostri striscioni, i nostri cartelli, la nostra passione per contribuire al rilancio di questa
nostra Confederazione, senza "se" e senza "ma"!
Segretario Nazionele
Corrado Mannucci
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